A volte non si trovano le parole per descrivere emozioni e stati d'animo. Si cerca di spiegare, di dare un senso, ma resta sempre qualcosa di inespresso. Si fanno giri strani con le parole, non si sa bene dove mettere punti e virgole. E, per quanto ci si impegni, non si riesce mai del tutto a dire e trasmettere quello che si voleva comunicare.
Avevo questo ricordo di una parola tedesca, scritta su un quadretto comprato in Germania quando avevo sedici anni (è l'illustrazione che vedete sopra). Per tantissimo tempo questa immagine ha fatto capolino sopra il mio letto nella cameretta da ragazza. Sono andata a riguardarlo ed è proprio come me lo ricordavo: non solo l'immagine, ma la PAROLA. Eccola! Esiste!
Non serve più girarci intorno, basta solo quella perché in sè dice già tutto ciò che avrei voluto dire io con mille altre parole...
Avevo questo ricordo di una parola tedesca, scritta su un quadretto comprato in Germania quando avevo sedici anni (è l'illustrazione che vedete sopra). Per tantissimo tempo questa immagine ha fatto capolino sopra il mio letto nella cameretta da ragazza. Sono andata a riguardarlo ed è proprio come me lo ricordavo: non solo l'immagine, ma la PAROLA. Eccola! Esiste!
Non serve più girarci intorno, basta solo quella perché in sè dice già tutto ciò che avrei voluto dire io con mille altre parole...
E allora smetto di scrivere e ve la metto qua...
SEHNSUCHT
Secondo Ladislao Mittner indica l'"anelito" verso qualcosa di ancora mai attinto. Può ricordare la nostalgia (Heimweh), ma mentre la nostalgia è il desiderio di riappropriarsi del passato, spesso legato ad oggetti precisi, la Sehnsucht è la ricerca di qualcosa di indefinito nel futuro. Più precisamente, si potrebbe tradurre Sehnsucht con "desiderio del desiderio": deriva infatti dai termini das Sehnen, il desiderio ardente, e die Sucht, la dipendenza. Letteralmente, quindi, Sehnsucht potrebbe essere tradotto come dipendenza dal desiderio,
ovvero
il costante anelito che porta l'essere umano a non accontentarsi mai di ciò che raggiunge o possiede, ma lo spinge sempre verso nuovi traguardi.
Un concetto affine è quello di malinconia. Heidegger, invece, ne individua un diverso significato, poiché Sucht
è da intendere nel suo significato originario come "dolore" : "La
nostalgia (Sehnsucht) è il dolore della vicinanza del lontano".
C.S. Lewis descrive la Sehnsucht come "l'inconsolabile desiderio" nel cuore dell'uomo "per non si sa che cosa".
Sehnsucht is a German noun translated as "longing", "yearning", or "craving", or in a wider sense a type of "intensely missing".
However, Sehnsucht is difficult to translate adequately and describes a deep emotional state.
Its meaning is somewhat similar to the Portoguese word, saudade, or the Romanian word dor. The stage director and author Georg Tabori called Sehnsucht
one of those quasi-mystical terms in German for which there is no
satisfactory corresponding term in another language. Sehnsucht is a
compound word, originating from an ardent longing or yearning (das Sehnen) and addiction (die Sucht).
However, these words do not adequately encapsulate the full meaning of their resulting compound, even when considered together.
Sehnsucht represents thoughts and feelings about all facets of
life that are unfinished or imperfect, paired with a yearning for ideal
alternative experiences. It has been referred to as “life’s longings”;
or an individual’s search for happiness while coping with the reality of
unattainable wishes. Such feelings are usually profound, and tend to be accompanied by both
positive and negative feelings. This produces what has often been
described as an ambiguous emotional occurrence.
It is sometimes felt as a longing for a far-off country, but not a
particular earthly land which we can identify. Furthermore there is
something in the experience which suggests this far-off country is very
familiar and indicative of what we might otherwise call "home". In this
sense it is a type of nostalgia,
in the original sense of that word. At other times it may seem as a
longing for a someone or even a something.
But the majority of people who experience it are not conscious of what or who the longed for object may be, and the longing is of such profundity and intensity that the subject may immediately be only aware of the emotion itself and not cognizant that there is a something longed for.
The experience is one of such significance that ordinary reality may pale in comparison, as in Walt Whitman's closing lines to "Song of the Universal":
Is it a dream?
Nay but the lack of it the dream,
And failing it life's lore and wealth a dream
And all the world a dream.
Nessun commento:
Posta un commento