Tempo fa mi sono imbattuta in un'immagine il cui significato mi ha colpito profondamente (infatti vorrei dedicare un post solo a questo più avanti).
L'immagine illustra la tecnica giapponese del Kintsukuroi, che letteralmente significa 'riparare con l'oro', cioè l'arte di aggiustare la ceramica con oro o argento laccato, ma soprattutto la comprensione che il pezzo finale, una volta aggiustato, sia molto più bello, prezioso, unico di quello originario, proprio perchè è stato rotto e abbia creato una storia. Trovo che sia un'idea bellissima e mi fa pensare a quanto valga così anche per la nostra vita e per le esperienze che facciamo: per quanto a volte ci lascino un po' ammaccate e doloranti, alla fine in qualche modo sono proprio queste esperienze che ci rendono grandi e migliori e ci portano ad essere ciò che siamo.
Quindi, andando a ricercare l'origine dell'immagine, ho scoperto un sito davvero molto bello
il cui scopo è proprio quello di dare definizioni per parole poco comuni e con un significato ben preciso. Il nome del blog è Otherwordly e deriva da ‘otherworldly’(=ultraterreno), e vuole indicare qualcosa di strano e carino. E' un blog sulle parole, da ogni lingua, che spesso non possono essere tradotte.
A volte sono solo parole per indicare sensazioni e sentimenti che abbiamo provato ma a cui non siamo mai stati in grado di dare un nome. A volte, per stessa ammissione dell'autrice, sono solo parole che 'suonano bene'.
Di sè l'autrice purtroppo non dice molto, sappiamo solo che è una donna e che vive in California, ama i caffè, i camini, le persone e le tartarughe, ma soprattutto...le parole.
Torniamo al blog e alle sue parole...
Molto spesso esistono definizioni precise di sensazioni o situazioni in alcune lingue, mentre in altre no. Ricordo ad esempio che leggendo, secoli fa, 'Il senso di Smilla per la neve' di Peter Hoeg nella parte iniziale del libro l'autore spiegava proprio che esistono moltissimi modi diversi in lingua 'inuit' (la lingua degli eschimesi per intenderci), per descrivere i diversi tipi di neve e ghiaccio, a seconda
del suo stato di aggregazione, consistenza, freschezza, provvisorietà... cosa impensabile in altre lingue.
Il senso di Smilla, la protagonista, era per l’appunto la conoscenza dei molti
termini, capaci di descrivere in modo esatto lo stato della neve e del ghiaccio.
Ecco, è proprio questo quello di cui parlo.
La parola giusta per dire ESATTAMENTE quella cosa, come spiegavo anche io nel mio vecchio post Senhsucht. Qualche esempio, giusto per farvi capire meglio.
Lo sapevate, ad esempio, che per definire un posto 'speciale', dove qualcuno ama nascondersi per starsene tranquillo e rilassarsi, in svedese può essere descritto con una sola bellissima parola: 'smultronställe', che letteralmente significa :"il posto delle fragoline di bosco" ('wild', selvagge in inglese)?
Vorrei tanto avere uno smultronställe oggi! Possibilmente senza pioggia. ;)
Oppure ancora, sapete che in Spagnolo esiste una parola che indica un luogo da cui un individuo attinge energia, dove ci si sente a casa, un luogo in cui poter essere il vero autentico sé...ecco tutto questo si traduce in una sola bellissima parola spagnola: quarencia. (immaginiamolo ovviamente pronunciato con un certo accento...).
Sapevate ad esempio che la parola 'dormiveglia' (cioè quel momento in cui non si è ancora del tutto svegli, ma nemmeno si sta più dormendo) esiste praticamente solo in italiano?
Ecco ancora un'altra parola che mi ha colpito: è 'caim', di origine scozzese/gaelica e sta ad indicare letteralmente un "santuario", un circolo invisibile di protezione, tracciato attorno al corpo con la mano, per ricordare che sei al sicuro ed amato, anche nei momenti più bui.
Io trovo che evochi un'immagine bellissima.
Adesso vi lascio con un'ultima parola, invitandovi a perdere qualche minuto per fare un giro su questo tumblr se potete...sono sicura che troverete anche voi qualche parola speciale che vi toccherà il cuore. L'ultima parola è 'sankofa', di origine indonesiana, significa letteralmente 'torna indietro e prendilo', sta a significare che dobbiamo guardare al passato cosicchè possiamo comprendere come siamo diventati ciò che siamo e andare avanti verso un futuro migliore.
Belle storie ci vengono dalle parole!
RispondiElimina